Il WORLD FOOD PROGRAMME è un’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa
dell’assistenza alimentare nei Paesi in via di sviluppo dove la malnutrizione si
fa sentire maggiormente. Questa organizzazione, come altre, cerca di diminuire
la percentuale di morti a causa della malnutrizione, ma si sta facendo
abbastanza? La situazione sta
migliorando? Per rispondere a queste domande abbiamo intervistato una volontaria del World Food Programme.
Quali sono le zone in cui
opera il WFP?
L’organizzazione impiega circa 14.000 persone, la maggior parte delle quali
operano direttamente nei paesi più affetti dalla fame e dalla malnutrizione, in
Asia, Africa, Europa orientale, Medio Oriente, America Latina e Caraibi. Ogni
anno il WFP assiste una media di 90
milioni di persone in circa 80 paesi.
L’organizzazione sostiene la sicurezza alimentare e il diritto di tutti gli
individui ad avere accesso al cibo necessario al proprio sostentamento, e a
rispondere autonomamente ai propri bisogni alimentari.
La missione del WFP risponde alla sfida di un mondo a “Fame Zero” lanciata
dal Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon e svolge un ruolo
chiave nella realizzazione dei 5 punti di tale sfida:
1- Zero bambini con deficit di sviluppo sotto
i due anni
2- 100% accesso a cibo adeguato, sempre
1- Tutti i sistemi alimentari sono sostenibili
2- 100% aumento della produttività e del
reddito dei piccoli contadini
3- Zero perdite o sprechi di cibo
Con quali mezzi?
Ad esempio con il programma dei pasti scolastici, grazie al
quale il WFP fornisce cibo nelle
scuole a più di
20 milioni di studenti. Questo incoraggia le famiglie a mandare i propri figli a scuola e aiuta gli studenti a concentrarsi sullo studio, dando loro l’opportunità di avere un futuro migliore. Anche il programma “Cibo in cambio di lavoro” fornisce razioni di cibo in cambio di lavoro utile allo sviluppo della comunità, mentre il programma “Cibo in cambio di formazione” permette di apprendere una professione o di imparare a leggere e a scrivere. Un’altra delle iniziative adottate dal WFP prevede l’uso di contante e voucher che consente di acquistare direttamente il cibo. Il contante e i voucher sono particolarmente utili nei casi in cui il cibo è disponibile sui mercati ma le persone non hanno i mezzi per acquistarlo. Questo contribuisce anche a sviluppare l’economia del territorio, dato che i beneficiari acquistano il cibo nei mercati locali.
20 milioni di studenti. Questo incoraggia le famiglie a mandare i propri figli a scuola e aiuta gli studenti a concentrarsi sullo studio, dando loro l’opportunità di avere un futuro migliore. Anche il programma “Cibo in cambio di lavoro” fornisce razioni di cibo in cambio di lavoro utile allo sviluppo della comunità, mentre il programma “Cibo in cambio di formazione” permette di apprendere una professione o di imparare a leggere e a scrivere. Un’altra delle iniziative adottate dal WFP prevede l’uso di contante e voucher che consente di acquistare direttamente il cibo. Il contante e i voucher sono particolarmente utili nei casi in cui il cibo è disponibile sui mercati ma le persone non hanno i mezzi per acquistarlo. Questo contribuisce anche a sviluppare l’economia del territorio, dato che i beneficiari acquistano il cibo nei mercati locali.
Come si finanzia
l’organizzazione?
L’organizzazione si finanzia esclusivamente su base volontaria, senza quote
fisse, ricevendo donazioni sotto forma di denaro, alimenti (come farina, olio,
sale, zucchero, fagioli) e attrezzature per la coltivazione, l’immagazzinamento
e la cottura del cibo. Le donazioni provengono da governi, imprese private e
individui.
Quanti dei soldi ricavati
dalle donazioni sono devoluti alle popolazioni bisognose?
Il 93% delle donazioni viene destinato alle operazioni sul campo. Solo il
7% delle donazioni viene utilizzato per le spese relative alle strutture in cui
il WFP opera.
Cosa possiamo fare noi da
qui?
Fare una donazione è un ottimo modo per aiutare, ma anche la
sensibilizzazione sul tema della fame nel mondo è fondamentale per diffondere
l’idea che questo dramma ci riguarda tutti e che costituisce un problema
risolvibile se ci impegniamo insieme per questo scopo. Il WFP ha una pagina
Facebook, attraverso la quale è possibile condividere news, fotografie, video e
informazioni sulle emergenze in corso. Inoltre, è possibile seguire
l’organizzazione su Twitter e sul canale YouTube del WFP Italia.
Ci sono stati dei risultati
negli ultimi anni?
Tra il 1990-92 e il 2012-2014 il tasso di malnutrizione è sceso dal 18,7%
al 11,3% a livello globale, e dal 23,4% al 13,5% nei paesi in via di sviluppo.
Il numero di decessi di bambini al di sotto dei 5 anni nel mondo, la metà dei
quali sarebbero attribuibili alla malnutrizione, è diminuito da 12.7 milioni
nel 1990 a 6.3 milioni nel 2013.
Il
WFP parteciperà a Expo Milano 2015?
Il WFP, insieme alla FAO e all’IFAD, guiderà la
partecipazione delle Nazioni Unite a Expo Milano 2015. Il
percorso delle Nazioni Unite all’interno dello spazio espositivo sarà contrassegnato da 18 istallazioni costituite da grandi cucchiai blu: il blu per richiamare il colore della bandiera delle Nazioni Unite, il cucchiaio come strumento comune a tutte le tradizioni alimentari, a simboleggiare il fatto che la “Sfida Fame Zero” riguarda ogni singolo individuo. Le istallazioni avranno come temi i 5 pilastri su cui si fonda la sfida. Particolare attenzione verrà affidata al tema della parità di genere e dell’impegno a favore della crescita del potere affidato alle donne, considerando il ruolo fondamentale di quest’ultime nella lotta contro la fame e la malnutrizione.
percorso delle Nazioni Unite all’interno dello spazio espositivo sarà contrassegnato da 18 istallazioni costituite da grandi cucchiai blu: il blu per richiamare il colore della bandiera delle Nazioni Unite, il cucchiaio come strumento comune a tutte le tradizioni alimentari, a simboleggiare il fatto che la “Sfida Fame Zero” riguarda ogni singolo individuo. Le istallazioni avranno come temi i 5 pilastri su cui si fonda la sfida. Particolare attenzione verrà affidata al tema della parità di genere e dell’impegno a favore della crescita del potere affidato alle donne, considerando il ruolo fondamentale di quest’ultime nella lotta contro la fame e la malnutrizione.
Ci sono dati riguardanti lo
spreco di cibo nei paesi più ricchi?
Circa un terzo del cibo prodotto a livello
mondiale, pari a circa 1.3 miliardi di tonnellate, va perso durante le fasi di
produzione o viene sprecato. Ogni anno i consumatori dei paesi ricchi sprecano
222 milioni di tonnellate di cibo, una quantità pari quasi all’intera rete di
produzione di cibo dell’Africa subsahariana (230 milioni di tonnellate). Questi
dati, provenienti da un rapporto commissionato dalla FAO, sono sorprendenti soprattutto
se si considera che la mancanza di sicurezza alimentare continua a essere un
enorme problema in numerose parti del mondo, la cui portata aumenterà nei
prossimi anni se la questione non verrà affrontata subito in maniera
appropriata ed effettiva.
Quali sono i progetti
futuri?
Il WFP è impegnato nella promozione di attività e
programmi volti ad aumentare il potere delle donne nella comunità. Circa il 60%
di coloro che soffrono la fame nel mondo è costituito da donne. Questo perché
le donne spesso hanno accesso limitato all’istruzione e alla creazione di
reddito, oltre ad avere minor potere decisionale. La conseguenza è che anche i
loro bambini soffrono a causa della fame e della malnutrizione. Ma le donne
possono avere un ruolo fondamentale nel garantire la sicurezza alimentare delle
loro famiglie ed è stato dimostrato che affidando loro il cibo necessario, i
bambini hanno maggiori possibilità di ricevere un’alimentazione adeguata. Inoltre,
il WFP si impegna ad aiutare le popolazioni vittime di emergenze umanitarie a
costruire la propria capacità di resilienza e a non essere vulnerabili agli
avvenimenti avversi, rinforzando i sistemi di gestione del rischio necessari
per sviluppare e rafforzare la capacità delle comunità e dei paesi di reagire positivamente
agli shock improvvisi e provvedere a soddisfare i proprio bisogni alimentari. In
particolare, poi, il WFP continuerà a lavorare sulle grandi emergenze
umanitarie, classificate a livello 3 (il più alto) dalle Nazioni Unite, in Iraq,
Siria, Sud Sudan, Repubblica Centraficana, e nei paesi dell’Africa occidentale
affetti dall’ebola: Sierra Leone, Liberia e Guinea.
Gianmaria De Salazar, Martina Poppa, Lucrezia Tosolini
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