martedì 27 gennaio 2015

La Fame nel Mondo, i dati

LE DEFINIZIONI
Secondo la definizione dell’ Enciclopedia Italiana di scienze, lettere ed arti (Treccani):
 La fame è “Sensazione viscerale stimolata dal bisogno del cibo; è avvertita a distanza varia dal pasto, dapprima nella forma lieve di appetito, poi in quella definita di f., caratterizzata dal desiderio imperioso di cibo, da dolori crampiformi all’epigastrio, da debolezza e malesseri generali che possono culminare nel deliquio”

La malnutrizione è “Stato di squilibrio tra rifornimento di nutrienti ed energia – troppo scarso (m. da carenza), incongruente (m. da squilibrio), eccessivo (m. da eccesso alimentare) – e il fabbisogno del corpo per assicurare il mantenimento, la funzione, la crescita e la riproduzione. Si comprendono quindi sotto questo termine sia i problemi di deficienza alimentare caratteristici dei paesi in via di sviluppo e sia quelli di eccesso, più frequenti negli ambienti altamente urbanizzati e industrializzati.”


LE CAUSE E GLI EFFETTI DELLA FAME


LA MAPPA DELLA FAME

 
(Percentuale di popolazione che soffre di malnutrizione Fonte FAO, basata sui dati di "The State of Food Insecurity in the World 2006")
I primi 5 paesi che soffrono la malnutrizione sono: 1) Repubblica Democratica del Congo 75 % popolazione malnutrita 2)Eritrea 66% popolazione malnutrita 3)Burundi 63% popolazione malnutrita 4) Haiti  58% popolazione malnutrita 5)Sierra Leone 46% popolazione malnutrita. La maggior parte (4 su 5) di questi paesi viene dall'Africa quindi possiamo dire che l'Africa è il continente più "malnutrito"

I DATI DELLA FAME

STRATEGIE CONTRO LA FAME

       Abituiamoci ad un uso consapevole delle risorse. L’acqua e l’energia non sono beni interminabili. 800 milioni di persone nel mondo non sanno cosa sia un lavandino e non conoscono l’acqua potabile (stima OMS).
       Il mercato equo e solidale. È molto diffuso in Italia, ed è anche di moda, comprare nei negozi del commercio equo e solidale. Si appoggiano così piccole cooperative di produzione nei paesi in via di sviluppo che rispettano l’etica del lavoro e le realtà locali.

       Sensibilizzare, sensibilizzare, sensibilizzare! Ultima ma non per importanza deve venire la nostra quotidiana azione di sensibilizzazione. Parliamone coi nostri amici, inviamo mail alle istituzioni, cerchiamo di convincere il maggior numero di persone possibili: il problema della fame nel mondo deve tornare al centro dell’agenda sociale e politica.
       Stimoliamo le piccole economie locali della nostra regione. Le produzioni a larga scala delle multinazionali dell’alimentazione, intensive e fuori stagione, alimentano lo sfruttamento e la dipendenza delle popolazioni del terzo mondo dall’economia mondiale dei grandi. Sensibilizzando il chilometro zero otterremo diversi risultati tra cui due immediati: meno inquinamento e spinta allo sviluppo locale.
Aiuto diretto. Abituiamoci a piccole azioni per noi poco importanti come appoggiare i molti progetti che queste stesse portano avanti nei paesi in via di sviluppo.                     

PERCENTUALI DELLA SOTTONUTRIZIONE


       La disponibilità di cibo costituisce il dato principale per verificare le condizioni di vita di una popolazione. Se l’attuale produzione mondiale di cibo fosse equamente distribuita in ogni paese, l’agricoltura e l’allevamento potrebbero fornire circa 2.700 calorie al giorno pro-capite, una quantità più che sufficiente. Nelle regioni più ricche e sviluppate, come gli Stati Uniti e l’Europa, l’elevato tenore di vita della popolazione permette di avere una dieta molto ricca di proteine animali e di prodotti provenienti da diverse parti del mondo, come ad esempio la frutta tropicale, mentre è diminuito il consumo dei cereali.
       Viceversa nei Paesi più poveri del mondo il consumo di carne è molto basso e l’alimentazione per più del 90% è costituita da cereali. In generale gli abitanti dei paesi poveri, che sono l’80% della popolazione, utilizzano solo un terzo degli animali allevati. Ciò dipende dal basso tenore di vita di queste popolazioni e anche dal fatto che nei paesi più poveri il bestiame costituisce una preziosa ricchezza che non può essere mangiata perché deve essere utilizzata per i lavori agricoli e per produrre escrementi usati come concime, ma anche come materiale da costruzione o combustibile per la cottura dei cibi.

       Traducendo queste cifre in termini più concreti ne deriva che nel mondo circa 850 milioni di persone soffrono la fame, cioè consumano una quantità di calorie inferiore a quella che è considerata la soglia minima. La situazione più drammatica si riscontra nell'Africa Subsahariana, dove la fame colpisce circa 300 milioni di persone, e nell’Asia meridionale, dove i malnutriti sono 230 milioni. La fame e la malnutrizione provocano ogni anno la morte di 40 milioni di persone, tra cui 5 milioni di neonati e bambini. 

La fame e la malnutrizione non derivano solo dalla scarsa disponibilità di calorie, ma anche da una dieta squilibrata, basata cioè solo su pochi alimenti: nei Paesi poveri, infatti, spesso il cibo disponibile è costituito quasi esclusivamente di un cereale (in Africa miglio o sorgo) e, col passar del tempo, l’organismo subisce la carenza di alcune sostanze fondamentali.
       Molti Paesi ricchi, come l’Italia, spesso attuano politiche d’aiuto nei confronti delle popolazioni più povere: tuttavia questi soccorsi alimentari possono provocare anche effetti negativi per le popolazioni. Infatti l’invio regolare di aiuti alimentari provoca una diminuzione dei prezzi dei prodotti agricoli locali e un abbandono delle campagne da parte di un numero crescente di contadini. Inoltre spesso accade che questi aiuti non riescano a raggiungere le popolazioni bisognose perché mancano le vie di comunicazione e i mezzi di trasporto, oppure perché vengono accaparrati da una minoranza privilegiata.

C’E’ CIBO PER TUTTI?

C’è cibo per tutti….gli esperti, infatti, pensano che le derrate alimentari complessivamente prodotte nel mondo potrebbero essere sufficienti per coprire i fabbisogni nutritivi dell’intera popolazione mondiale. Eppure oltre 3 miliardi di persone non ricevono un apporto energetico e nutritivo adeguato e oltre 800 milioni di individui soffrono la fame.  Le risorse alimentari a disposizione della popolazione della Terra sono infatti distribuite in modo disuguale. Nei Paesi ricchi le persone consumano una quantità di cibo superiore ai loro reali fabbisogni, mentre quasi un miliardo di abitanti dei Paesi poveri soffrono la fame perché hanno a disposizione una quantità di cibo insufficiente.

Lorenzo Maccarone, Fabio Sappino

3 commenti:

  1. a questo punto siamo in mezzo alla rovina
    siamo in troppi nel mondo

    il mondo sta per essere distrutti per avere tante persone
    dopo la rivoluzione verde la populazione e crescita tantissimo imagine se diamo ancora di più a mangiare a questa gente
    non ne questione di insensibilità e si di sopravvivenza
    stiamo uscendo il pianeta
    troppi animale coltivati
    solo a asia e india ce la maggior parte della popolazione del mondo
    roba da foli
    dobbiamo essere in almeno la metta di quello che siamo oggi
    pazzesco

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  2. finche il uomo avrà sete di potere non cambiare mai il pianeta
    tutto gira intorno al denaro purtroppo

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  3. Mi chiamo Russo Patrizia e sono una badante. Noto che al momento sono come il più felice. Vengo in testimonianza di un prestito tra privati ​​che ho appena ricevuto. Ho ricevuto il mio prestito grazie al servizio del signor Pierre Michel. Ho iniziato le procedure con lei venerdì scorso e martedì 10:45 poiché le banche non lavorano il sabato, poi ho ricevuto conferma che il bonifico dell'importo della mia richiesta di 75.000€ mi è stato inviato sul mio conto e dopo aver consultato il mio conto in banca molto presto, con mia grande sorpresa il trasferimento è andato a buon fine. Ecco la sua e-mail :   combaluzierp443@gmail.com

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