lunedì 26 gennaio 2015

Malnutrizione, dall’Occidente aiuti sbagliati?


Oggi circa un sesto dell’intera popolazione mondiale soffre a causa della malnutrizione, la fame si diffonde, non tanto per condizioni geografiche o climatiche avverse, ma in seguito a guerre, crisi economiche, che inevitabilmente portano al tracollo delle strutture sanitarie e ad una povertà estrema.
La domanda che tutti dovremmo porci è: “Come intervengono i Paesi occidentali, più ricchi e sviluppati, in favore di quelli più poveri, in particolare quali sono gli aiuti che forniscono per contrastare la malnutrizione?”.
Sono numerose le associazioni che sostengono le nazioni povere e in difficoltà, tra queste le più importanti sono l'Unicef e la FAO, ma accade anche che spesso vengano inviati in questi territori problematici aiuti del tutto inadatti.
É infatti necessaria una riforma del sistema degli aiuti alimentari, poiché ancora oggi sono forniti cibi scarsamente nutritivi o non adatti alla crescita e allo sviluppo dei bambini, ad esempio vengono inviate molto frequentemente farine arricchite: alimenti che però non permettono di combattere la malnutrizione e che in Occidente non sarebbero mai usati come base del nutrimento dei più piccoli. Bisogna considerare che un sacchetto di preparato alimentare per un bambino malnutrito costa 30-40 centesimi, con molto poco è quindi possibile salvare una vita.
Un dato positivo da sottolineare è che a fronte delle cure la ripresa dei pazienti, in particolar modo quella dei  bambini, è molto veloce: una volta usciti dalla condizione di patologia, sia adulti che bambini, vengono nutriti con preparati alimentari appositi, come barrette o paste spalmabili a base di zucchero, arachidi, vitamine e proteine.
Un altro aspetto da mettere in evidenza è che mandare cibo nei Paesi dilaniati dalla fame, azione assolutamente necessaria, non può rappresentare la soluzione del problema. Bisognerebbe piuttosto fornire alle popolazioni costrette a sopravvivere con poco, i mezzi per far ripartire la produzione agricola, indispensabile per creare una nuova base per il sostentamento autonomo. In un secondo momento bisognerebbe intervenire offrendo opportunità per un futuro migliore, attraverso l’ istruzione o l’assistenza medica.
Risultano quindi chiare le problematiche ancora da risolvere: è necessario riportare pace nelle zone ancora distrutte dalla guerra, ricostruire strutture sanitarie adatte, gettare nuove basi per una crescita economica, che possa contrastare la povertà e, non meno importante, arginare la disinformazione dei Paesi occidentali, che non sono tutt'ora pienamente in grado di fornire gli aiuti più adeguati ai molti territori in balia della fame.
Saranno in molti a pensare che sconfiggere la fame nel mondo non è, e non sarà, mai possibile, ma il punto non è questo: dobbiamo agire ora per sperare che i risultati dei nostri interventi siano visibili anche a distanza di anni, dobbiamo essere convinti che la lotta alla malnutrizione rappresenta un investimento per il futuro di tutti noi, non è possibile continuare a vivere in un mondo dove molti tentano di sopravvivere con le briciole di pochi.
Flaminia Lembo