Oggi circa un sesto dell’intera popolazione mondiale
soffre a causa della malnutrizione, la fame si diffonde, non tanto per
condizioni geografiche o climatiche avverse, ma in seguito a guerre, crisi economiche,
che inevitabilmente portano al tracollo delle strutture sanitarie e ad una
povertà estrema.
La domanda che tutti dovremmo porci è: “Come
intervengono i Paesi occidentali, più ricchi e sviluppati, in favore di quelli
più poveri, in particolare quali sono gli aiuti che forniscono per contrastare
la malnutrizione?”.
Sono numerose le associazioni che sostengono le
nazioni povere e in difficoltà, tra queste le più importanti sono l'Unicef e la
FAO, ma accade anche che spesso vengano inviati in questi territori
problematici aiuti del tutto inadatti.
É infatti necessaria una riforma del sistema degli
aiuti alimentari, poiché ancora oggi sono forniti cibi scarsamente nutritivi o non
adatti alla crescita e allo sviluppo dei bambini, ad esempio vengono inviate
molto frequentemente farine arricchite: alimenti che però non permettono di combattere
la malnutrizione e che in Occidente non sarebbero mai usati come base del
nutrimento dei più piccoli. Bisogna considerare che un sacchetto di preparato
alimentare per un bambino malnutrito costa 30-40 centesimi, con molto poco è
quindi possibile salvare una vita.
Un dato positivo da sottolineare è che a fronte delle
cure la ripresa dei pazienti, in particolar modo quella dei bambini, è molto veloce: una volta usciti
dalla condizione di patologia, sia adulti che bambini, vengono nutriti con
preparati alimentari appositi, come barrette o paste spalmabili a base di
zucchero, arachidi, vitamine e proteine.
Un altro aspetto da mettere in evidenza è che mandare
cibo nei Paesi dilaniati dalla fame, azione assolutamente necessaria, non può
rappresentare la soluzione del problema. Bisognerebbe piuttosto fornire alle
popolazioni costrette a sopravvivere con poco, i mezzi per far ripartire la
produzione agricola, indispensabile per creare una nuova base per il
sostentamento autonomo. In un secondo momento bisognerebbe intervenire offrendo
opportunità per un futuro migliore, attraverso l’ istruzione o l’assistenza
medica.
Risultano quindi chiare le problematiche ancora da
risolvere: è necessario riportare pace nelle zone ancora distrutte dalla
guerra, ricostruire strutture sanitarie adatte, gettare nuove basi per una
crescita economica, che possa contrastare la povertà e, non meno importante,
arginare la disinformazione dei Paesi occidentali, che non sono tutt'ora
pienamente in grado di fornire gli aiuti più adeguati ai molti territori in
balia della fame.
Saranno in molti a pensare che sconfiggere la fame nel
mondo non è, e non sarà, mai possibile, ma il punto non è questo: dobbiamo
agire ora per sperare che i risultati dei nostri interventi siano visibili
anche a distanza di anni, dobbiamo essere convinti che la lotta alla
malnutrizione rappresenta un investimento per il futuro di tutti noi, non è
possibile continuare a vivere in un mondo dove molti tentano di sopravvivere
con le briciole di pochi.
Flaminia Lembo